Sistema sanitario nell'area del Pollino e dell'Esaro
Pubblicato il 23 luglio 2019 • Pari opportunità , Servizi , Sociale
"Oggi siamo stati a Catanzaro, presso la Cittadella regionale, insieme a tutti gli amministratori del Pollino e dell’Esaro, medici, operatori sanitari e soprattutto insieme a tanti nostri concittadini per richiamare l’attenzione sulle condizioni in cui versa il sistema sanitario nell'area del Pollino e dell'Esaro. Una situazione non più sostenibile, con un costante svuotamento di prestazioni, servizi, funzioni, professionalità che non dovrebbe lascarci indifferenti. Quotidianamente leggiamo analisi sulla nostra sanità che mostrano un dato inesorabile e allarmante: il numero di persone che lasciano la Calabria per curarsi è sempre in crescita. Si tratta di un campanello d’allarme su cui riflettere profondamente e agire di conseguenza, come amministratori e come cittadini. Dobbiamo fare in modo che si inverta la tendenza, che ognuno abbia la possibilità di ricevere cure adeguate senza doversi recare a 1000 km di distanza. Per questo abbiamo partecipato attivamente oggi a questa mobilitazione. Il nostro sistema ospedaliero e assistenziale, incentrato sullo spoke di Castrovillari e sulle case della salute di Lungro, Mormanno e San Marco Argentano, non può essere svuotato, anzi deve essere arricchito, anche nelle sue funzioni di medicina specialistica, perché baricentrico per un territorio molto vasto. Oggi si sono svolti simbolicamente i consigli comunali straordinari e congiunti di tanti comuni della zona del Pollino e dell’Esaro, anche il nostro si è tenuto alla presenza, però, dei soli consiglieri di maggioranza. Dal lato umano è stata un’esperienza bellissima, di profonda umanità, in cui ho avvertito la sensazione di appartenere ad una comunità, un' ampia comunità come quella del Pollino. Quest’appartenenza è uno stato d’animo che dovremmo riscoprire e recuperare, dovrebbe diventare il faro di un agire comune delle nostre singole realtà. Ognuna di esse da sola può fare ben poco, ma se stiamo insieme, se ragioniamo come territorio, forse ci sembrerà di cedere un po’ di sovranità ma sicuramente avremo ristabilito una connessione piena con il nostro popolo. Un po’ come è successo oggi."